domenica 28 dicembre 2008
L'ANATEMA DI TATIANA
sabato 27 dicembre 2008
I 40 ANNI DI FABRYELLA FEMMINELLA
lunedì 22 dicembre 2008
BUON NATALE A VOI TRAVESTITACCE E TRANSUCCIE INDIGENTI
martedì 16 dicembre 2008
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
ZIZI RIBROCCOBBONO ALLA RISCOSSA
VENDETTA TREMENDA VENDETTA!!
lunedì 8 dicembre 2008
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
venerdì 5 dicembre 2008
IL MEA CULPA DI ZOBEIDE
giovedì 4 dicembre 2008
COMBATTERE LA SOFFERENZA
Anne, dall'alto dei cieli, sappi che mi sto godendo la tua casa giorno dopo giorno.. e che la tua padrona Zobby ti ha voluto davvero bene. Per tutte le altre che leggono sappiate che faccio prezzi buoni per le casse da morto e le arredo con pizzi e rasi conformi ai gusti di invertiti, transessuali e travestite. Non abbiate più paura di morire quindi!!!
sabato 29 novembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
LE POVERE SPOGLIE DI ANN PRIMA DEL FUNERALE
Tigresa Zobeide D'anversa Pontorno Vedova Caprarola
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
IRIZA HA UCCISO ANN!!!
Sei un'assassina dalla mente deviata e degna sorella di un fratello gay e succube della tua cattiveria! Hai ucciso la sua fidanzata di copertura... quale è il tuo vero fine in tutto questo!?!?!? e soprattutto con che coraggio sei fuggita riuscendo però ad intervistare Carlo Capponi?? ma non hai un cuore? pentiti!!!!!!! e consegnati nelle mani della giustizia!
Nell'immagine lo schema del coroner che stabilisce i 5 punti in cui Anne è stata colpita e uccisa
P.S:
Cara Ann non devi dolerti di non essere più in vita, sei morta per difendere il tuo mito, cioè io e questo fa si che tu possa essere considerata a tutti gli effetti un'eroina. Proporrò il tuo nome al nostro Presidente della Repubblica affinché ti vengano concessi i giusti riconoscimenti. Non avendo trovato documenti o scritti do per scontato che la tua casa e i tuoi averi, inclusi il conto in banca, passino in mio possesso e per questo ti ringrazio. Jean Claude è già partita per fare un corso intensivo di difesa poichè è lei la delfina che prenderà il tuo posto nella difesa della sottoscritta. Ma sappi che non ti dimenticheremo facilmente, e ogni volta che organizzerò orgette nella tua casa io penserò a te.. Che il paradiso ti accolga Ann! Addio!!!
tua Zobeide D'anversa Pontorno vedova Caprarola
giovedì 27 novembre 2008
I LIBRI DI TUTTTADONNA: PAMELA CAGNOZZINI - DELLA PEDOFOBIA E DELL'ETEROSESSUALITA' SPASTICA
Pamela Cagnozzini, lo dico subito, è una mia cara amica transessuale. Batte sulla Cristoforo Colombo a Roma, vicino al negozio di Acqua e Sapone ed ha saputo capitalizzare al massimo la sua rara bellezza e sensualità.
Onore al merito, quindi, se in questi giorni è riuscita a farsi pubblicare dalla prestigiosa casa editrice Einaudi, per la collana Phemios, un suo saggio delirante dal titolo "Della Pedofobia e dell'Eterosessualità spastica". La Pedofobia, (da non confondere con la Pedofilia, ovvero l'interesse sessuale patologico verso bambini piccoli), è la paura delle figure adulte nei confronti dei giovani a causa della loro aggressività, esuberanza, irrispettosità e prepotenza. Facendo riferimento alla prefazione: "l'idea iniziale di questo libro nasce esattamente un anno fa sotto il periodo delle feste [...] come ogni giorno dalle 21 alle 3 del mattino sono solita prostituirmi sulla Cristoforo Colombo [....] mi si avvicina questa comitiva di ragazzi poco più che maggiorenni che con fare scimmiesco cominciano ad unisono a fare il ballo dello scimpanzè arrapato, non parlavano ma emettevano soltanto dei suoni simili ad un muggito di vacca e si indicavano, prima con uno e poi con l'altro, le protuberanze nei jeans attillati. [....] Istanti in cui ho avuto veramente paura perchè la possibilità di comunicare era praticamente nulla e la sensazione di panico che ho provato non deve essere poi molto dissimile da quella vissuta da altre persone in una foresta in balia di animali selvaggi". Pamela Cagnozzini scampa a questo assalto solamente grazie ad una crisi di panico che la coglie inaspettatamente con forti conati di vomito, non perdendosi d'animo indirizza questi conati verso gli avventori urlando verso di loro una grande bugia: "Ho l'epatiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeee tièèèèèèèèèèèèè ho l'epatiteeeeeeeeeeeeeeee A b C d e tutte quelle dell'arfabeto fiji de 'na mignotta limortacci vostriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! tornate 'ndietro che ve faccio un culo come 'na casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!", ebbene, queste semplici parole misero in fuga quei mascalzoni ma quel fatto increscioso cambiò non poco la prospettiva delle cose di Pamela. Indugiando tra le lettere dei suoi tanti spasimanti eterosessuali notò con sdegno che il filo conduttore di quei discorsi fondamentalmente omo-erotici era la violenza profonda celata da banali sentimentalismi. Il fine ultimo della penetrazione violenta, se non addirittura fecondativa annullava all'istante ogni gesto tenero di comunicazione tra il penetrante e la ricevente. A prescindere dall'età degli interessati, e nei casi complessi con similarità attuative tra padri e figli, Pamela era sempre il fulcro di queste violenze orgiastiche venendo lei spesso costretta a subire pratiche degne del romanzo "La nuova Justine" del Marchese de Sade. [....] la linea di demarcazione tra pedofobia ed eterosessualità spastica viene marcata proprio dal caso clinico analizzato qui di seguito [....] Ercole O. Siamo nel 2007. In quei giorni collaboravo con l'associazione Melio P. Lelis ad un particolare caso d'isteria eterodossa. Si tratta di Luciana Pazzucippagna, meglio nota come Ercole O., un ragazzo ventunenne di notevole intelligenza e cultura che nel corso di una malattia durata due anni aveva presentato una serie di disturbi fisici e mentali; lui soffriva di una grave paralisi ad entrambi gli anulari, di disturbi alla mobilità oculare, con un notevole danno visivo, di turbe all'udito, di difficoltà nel rinculo, di forte tosse nervosa, di nausea ogni volta che cercava di copulare con i travestiti, e una volta, di grave idrofobia, che la tenne lontano dall'acqua per parecchie settimane cagionando non pochi danni olfattivi alle sue prede sessuali. Anche le sue capacità lessicali si erano ridotte, fino ad arrivare all'impossibilità di parlare e comprendere e di riuscire soltanto ad emettere suoni simili a muggiti di vacca nei momenti della copula o pre-copula. Infine il paziente andava soggetto a momenti di afasia e travestitismo, nei quali alternava stati di confusione, di mancanza di gusto nella scelta del vestiario, di delirio, di alterazione e di forte induzione all'alcolismo dei vicini di casa. Inizialmente con un quadro sintomatico di questo genere, si pensò ad una grave lesione, ma all'esame obbiettivo gli organi del ragazzo risultarono perfettamente normali. I medici esclusero anche una lesione organica cerebrale, essendo propensi a quella misteriosa condizione nota come "isteria dell'omosessuale represso spastico" , la quale è in grado di simulare tutta una serie di sintomi appartenenti a diverse malattie. Pamela riuscì ad eliminare i sintomi attraverso la pratica del metodo ipnotico. Ogni sera si recava a casa del ragazzo e, dopo averlo ipnotizzato, lo faceva lavare e parlare. Sotto ipnosi, Ercole parlava di sè al femminile e della sua collezione di mutandine rosa rubate alle compagne di nuoto che lui amava indossare seduto sul balcone della sua casetta scrivendo sulle pareti di casa il nome della sua adorata Donna Cinzia, un doloroso periodo della sua vita in cui aveva dovuto assistere al padre copulare con donne anziane vogliose nella casa del suo zio spacciatore di oppiacei. Ricordando quei sentimenti, rimasti repressi, di rabbia, disgusto e paura. Pamela notò che raccontando l'episodio doloroso connesso all'insorgere di uno dei sintomi prima citati, Ercole riusciva a vivere intensamente le emozioni provocate dal doloroso ricordo, e al termine di tale rievocazione il disturbo scompariva lasciando sul campo solo la sua personalità femminile. Poteva altresi palesare la sua parte omosessuale aggressivamente repressa e modularla secondo i canoni del giovane uomo che va a prostitute. Questa terapia, definita catartica funzionò anche con gli altri sintomi. Giulio Andreotti in seguito affermerà che "l'isterico soffre di ricordi", ovvero degli effetti dolorosi di un evento passato, apparentemente dimenticato, ma in realtà ancora 'vivo' nelle profondità inconsce della mente, Laura Antonelli e Pamela Camassa negano il loro coinvolgimento ai fini della risoluzione del caso clinico e delegano in ultima istanza la cartomante Solange ad un ultimo periodo di sperimentazione pratica. Inultile dire che il vulnus di una concettualità così complessa quale è quella dedotta da Pamela Cagnozzini è anche frutto del suo odio per i ragazzi sotto i venti anni che lei stessa ama definire "Ignobile pezzume caccoloso, puzzoni smutandati con l'intimo sempre lercio e i piedi puzzolosi". Chi, come me, ha la fortuna di conoscere approfonditamente l'autrice di questo libro, può ben cpire il valore delle sue affermazioni e compiacersi che l'Italia stia auto-fagocitandosi, diventando un vero e proprio paese per anziani ove "questi giovani caccolosi dai piedi puzzolosi" sono relegati a ruoli di riserva e stazionano immobili attendendo di invecchiare per rifarsi sugli ultimi arrivati. Non fatemi fare brutta figura e compratelo questo saggio che costa solo 17€! e se volete andare sulla Cristoforo Colombo a trovare Pamela per discutere con lei di determinate sezioni del libro scrivetele pure a questa e-mail per fissare l'appuntamento Pamelacagnozzini@hotmail.it (astenersi sessuomani e gente con secondi fini)
(nella fotografia in basso a destra Pamela Cagnozzini in un momento di ricreazione tra i fans durante il periodo di lavorazione a questo libro)
mercoledì 26 novembre 2008
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
ANTEPRIMA FILM TUTTTADONNA - "DRUNK" DI JOLENE PARKER
Dal 3 dicembre sarà finalmente in distribuzione nelle sale italiane, seppur con oltre 2 anni di ritardo, "Drunk" il controverso film dell'attrice, regista e scrittrice inglese transgender Jolene Parker. All'ultimo minuto ieri la cara Francesca, addetta alle pubbliche relazioni della 01 mi costringe quasi a presenziare a questo evento e mio malgrado non ho avuto la risposta pronta per evitarmi lo stress. A conti fatti ne è valsa la pena, "Drunk" è un film esteticamente repellente che scuote i sensi e gioca con le nostre paure più recondite. Ha il triste primato di essere il primo lungometraggio inglese degli ultimi 10 lustri ad essere marchiato con il divieto ai minori di 21 anni. Onestamente, li per li, nel guardarlo non ho riscontrato scene tali da giustificare tanta severità di giudizio anche se, a dire il vero, stanotte ho sofferto per la prima volta di nausee, mal di testa, incubi, agorafobia, ansia, depressione, perdita di coscienza e inoltre ho avuto la perenne sensazione che qualcuno mi stesse facendo la pipì addosso e la totale incapacità di smettere di pensare a questo film. E' inspiegabile a volte come un'opera visiva possa smuovere certe corde dell'animo umano e condizionare i sensi. La trama di "Drunk" corre su più binari; Geena (Jolene Parker) è un transessuale sul viale del tramonto, la sua pelle rattrappita non risponde più agli incantesimi delle creme e del make up e gli uomini ormai la evitano come la peggiore delle pandemie. Nella sua piccola reggia, costruita con i proventi di anni di prostituzione, decide di mettere fine alla sua vita in una maniera tale da finire su tutte le prime pagine dei giornali e spingere così le varie case editrici ad un'asta all'ultimo sangue per accaparrarsi i diritti dell'autobiografia da lei scritta. Il suo fine è palese, ma lo si capirà solo attraverso i vari indizi che verranno a galla scena dopo scena. Miquel (Marcelo del Boca) è la spalla su cui Geena ha pianto per tanti anni, un essere mite amante dei fiori e della poesia, un animo gentilmente femminile imprigionato nel corpo di un uomo degno di essere un protagonista assoluto dei film di Fassbinder. La sua ossessione di piantare fiori ovunque lo porta spesso a scontrarsi con la gente che non comprende il suo bisogno di colori e profumi. Nella Berlino del film è l'asfalto grigio a farla da padrona, asfalti di ogni colore e forma ove parcheggiare auto, correre in bicicletta, cadere per spaccarsi i ginocchi ed essere investiti da un quadrimotore non assicurato. In questo contesto poco idilliaco, ove i poveri sono solo un intralcio, scoppia la passione tra Miquel e Abdul (Rami Khoury), un giovane cartomante marocchino feticista e amante delle unghie lunghe dei piedi, porta scarpe di 4 numeri più grandi proprio per preservarne la lunghezza. Dopo anni di sofferenze questa è l'unica cosa di cui va veramente fiero e Miquel sembra apprezzare la cosa almeno quanto il suo nuovo compagno. Passano ore a lisciarle, curarle, laccarle, tagliuzzarle per renderle più forti e attraenti. Con l'estate arrivano i primi caldi e Abdul sente il bisogno di indossare le scarpe infradito per stare più comodo. In una giornata con un bel sole caldo i due si incamminano verso il centro città, felici, mano nella mano, quando accade una tragedia. Distratto dalle ciance amorose Abdul non si accorge di aver infilzato una piccola famigliola di cani bassotto uccidendoli dopo lunghissimi istanti di sofferenza. Una scena straziante che in sala, da quanto mi è stato riportato, viene accolta puntualmente con conati di vomito e urla disperate anche a causa della violenta reazione del padrone dei cani nei confronti del magrebino. Infatti strapperà una a una le unghie di Abdul per poi infilzargli gli occhi lasciandolo esanime a terra in un lago di sangue. Scena apparentemente senza senso se presa fuori dal contesto del film ma che se vista in parallelo con la decadenza del personaggio di Geena diventa il perfetto feuilleton, o romanzo di appendice ispirato dal cittadino europeo medio. A questo punto sono ben conscia di tutte le domande che possono passarvi per la testa dopo aver letto questa introduzione, ma io ritengo opportuno rispondere solo a quelle relative alla dipendenza alcoolica della protagonista. Incapace di uccidersi, Geena diventa una maga del cocktail, crea miscele infauste miscelando vini e liquori a sostanze derivate dalla macerazione di cibi putrefatti. Con le stesse, alimenta le sue piante che a contatto con questi effluvi assumono caratteristiche tipiche delle piante tropicali. Sul corpo di Geena queste sostanze hanno del miracoloso rendendola nuovamente bellissima e giovane. Ma... e c'è un ma, insieme alla bellezza incombe anche una forte peluria spinosa che farà strage di tutti i suoi nuovi pretendenti, costringendo la stessa ad un isolamento forzato e ad un'ubriacatura perenne. Nel finale del film sarà proprio il nettare di bacco a spingere Geena ad urlare la sua verità nella tromba delle scale del palazzo, una verità cruda e indicibile che cambierà le sorti di una nazione. Nel drammatico epilogo la protagonista si confronterà con la follia nello scoprire che il suo momento di verità tanto agoniato è stato condiviso in un palazzo ormai disabitato, un palazzo che non è la sua casa, una casa che non è il suo regno, un regno che non è la sua alcova ma soltanto un agorà di disadattati e ubriachi, "Drunk" appunto....
martedì 25 novembre 2008
TUTTTADONNA A TEATRO CON GOVINDO BOCCINO E LA SUA "METERA"
Dopo i suoi successi al botteghino: "La verità nel letto", "Spasmi del deteuronomio", "Le aracnidi crocefisse" e lo splendido "A tu per tu bidù bidù" l'artista barese trans gender Govindo Boccino torna con un'opera teatrale rivoluzionaria scritta, diretta, prodotta e recitata nientepopodimeno che da lui stesso! dal 21 dicembre prossimo al 19 gennaio al Teatro della Aquile, sulla Via Appia a Roma, ci delizierà con due rappresentazioni giornaliere, un tour de force vero e proprio data la durata della piece che sfiora i 200 minuti. E' con cognizione di causa che vi parlo di un'opera rivoluzionaria. In qualità di pubblico preparatevi ad essere vere e proprie vittime sacrificali alle quali non verrà concesso il diritto alla parola ma la sola comunicazione con la luce. E' l'illuminazione, infatti, la vera protagonista di questa pièce, dove alle luci accecanti, violente e invadenti si contrappone il suono crepuscolare della voce e dei lamenti di Metera, madre e figlia di uno stesso uomo che ora è costretta a sposare a causa di un tacito accordo tra la badessa del refettorio delle suore di fronte la sua casa e il coinquilino trans gender del piano di sotto. Ai simbolismi tanto cari a Govindo, vanno aggiunti i silenzi atavici che accompagnano la sua magistrale interpretazione di ciascuno dei sette dolori di Maria. Con la sola presenza sul palco di una cornucapra redunca, il Boccino reinterpreta pagine del misticismo italiano rileggendole alla luce dei non-fatti che giornalmente riempiono le pagine dei nostri quotidiani. Il non tempo vissuto si alterna così in scena ai non compleanni del protagonista che, con i suoi non cambi di abito e i suoi rarefatti movimenti, comunica al mondo i suoi silenzi rumorosi. Una storia semplice e allo stesso tempo orribile che inquina il genere teatrale classico con lo splatter post realista e trasla elementi di classicismo nella rappresentazione orgiastica della solitudine cosmica. L'amplesso finale con elementi scelti dal Govindo stesso tra gli spettatori uomini delle prime file tra i 18 e i 30 anni scioglierà, in un pubblico ludibrio, l'arcano di chi fino a quel momento non ha osato dire. Tre semplici parole per descrivere questo spettacolo a cui ho avuto modo di assistere in quel di Firenze ieri sera: Straordinario, straordinario, straordinario! Come straordinari sono gli ultimi 15 minuti di spettacolo quando, dopo essersi fatto sodomizzare dai prescelti tra il pubblico, il protagonista si rivolge verso un punto fisso della sala con le dita a mò di V di vittoria, rimanendo sospeso ed immobile fino al termine dello spettacolo. Scelte drammaturgiche ardite ma, conoscendo profondamente Govindo, certamente ben ponderate in funzione del suo pubblico di ammiratori. Vorrei poter pubblicare le foto degli amplessi on stage, ma l'agente di questo straordinario attore non mi ha concesso questa possibilità. Personaggio difficile questo Dado (così si fa chiamare) che spesso ha creato intralci alla carriera del suo cliente, tenendo a distanza la stampa durante le prime e impedendo di fatto di recensire i suoi spettacoli sui maggiori quotidiani nazionali. Ora non so dirvi se questa strategia nel tempo ha pagato, di certo posso testimoniare che anche ieri sera vari reporters di quotidiani nazionali sono stati selvaggiamente rincorsi e attaccati da un Dado avvelenato munito di un coltello affilatissimo. Scene a cui noi fans di Govindo siamo ormai abituati e che in assoluta anteprima riesco a riproporvi in fotografia grazie alle moderne tecnologie, così da rendervi conto dei picchi di genio che può raggiungere un vero artista e il suo entourage. In ultima analisi una grande produzione teatrale totalmente italiana frutto del genio del più grande showman nostrano di tutti i tempi. Per quanto mi riguarda soltanto Antonella Elia e Patrick Rossi Gastaldi sono riusciti ad eguagliare l'intrinseca genialità del gesto, spinto all'eccesso di far credere ciecamente all'accessorietà della recitazione e lasciando pensare al pubblico che la propria incapacità di stare sul palco sia voluta e non il frutto della mancanza di talento. Accorrete a vederlo! ne vale la pena!
lunedì 24 novembre 2008
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
29 ANNI (!?!?!?) - AVEZZANO
VOTO : 9+
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disponibile per:
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ospite fisso nei salotti televisivi
marjorette in eventi di atletica leggera
cubista in discoteca
modella pret-a-porter
hostess per eventi a sfondo orto-frutticolo
ZOBEIDE E' TORNATA!
mercoledì 12 novembre 2008
mercoledì 5 novembre 2008
martedì 4 novembre 2008
UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)
43 ANNI - BRESCIA
VOTO : 9
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disponibile per:
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modella haute couture
comparsa in film a tematica alimentare
hostess per meeting aziendali
cubista in discoteche di liscio
pubblicità merendine e insaccati
lunedì 3 novembre 2008
IL FELICE ESILIO DI MISS TRAV AFGHANA 2000
Ogni occasione è buona per questa ragazza di dire che le transessuali e le travestite afghane sono persone di talento, intelligenti e belle. "Sono sollevata che la mia nazione si sia liberata del regime talebano - ora le transessuali possono andare a scuola, a lavoro e sono libere di vestire i corpetti fiorati a triplo anello color coccia di caco".
Il ministro afghano degli affari femminili ha condannato Miss Afghanistan per la sua audacia nel presentarsi davanti alla giuria in bikini. "Apparire nuda in foto e in tv non è un segno di libertà ma solo la degenerazione ad uso e consumo degli uomini".
Una lunghissima polemica spinge Veda al silenzio, ad una vita libera e discreta. Passano gli anni e la sua bellezza sboccia ai limiti dell'insopportabile. Le donne imparano a temerla e odiarla per l'ascendente che ha sui loro uomini e lei non ci fa quasi caso, tornando sempre a casa sola dove a farle compagnia c'è soltanto il suo gatto vecchio e castrato. Oggi Veda ha 35 anni e non ha mai voluto operarsi perchè dice che a casa ne basta uno di castrato e che lei convive bene con il suo volatile. Però va fiera del suo reggiseno imbottito con i calzini del papà, l'ultimo ricordo rimastole prima della sua morte improvvisa in una fabbrica di stuoini. Mando Pamela Cavagna, l'inviata del nostro blog www.tutttadonna.blogspot.com , nella sua bella casa nei dontorni del Queen's Park. La riceve con tutti gli onori in uno splendido vestito color turchese a fiori e fa di tutto per far notare che lei conosce perfettamente le regole del bon ton, non per nulla è popolare col nome di "La Contessina pelosa".
Ad un certo punto comincia a prendere delle portate dall'odore molto appetitoso e le poggia sulla tavola apparecchiata. La nostra inviata pensava fosse arrivata l'ora di mangiare e di fare 4 chiacchiere, ma dovette ricredersi quando la contessina pelosa le disse che era giunto il momento di spiegare come si mangia ad una tavola chic in Afghanistan.
Due momenti un po imbarazzanti per la nostra inviata Pamela Cavagna che ci ha confessato di essere rimasta colpita dalla sensualità e dalla bellezza di Veda Zamsadai mentre mangiava
Nella lunga intervista rilasciataci, oltre a ricette di cucina, informazioni sulla lavoraziona a maglia col puntocece, metodi per la laccatura dei capelli con l utilizzo della crema derivata dal bianco dell'uovo, ci fa anche sapere che sta per terminare la scrittura di una biografia dedicata ai suoi amori proibiti con la nomenclatura talebana. Ci accenna che si lavavano poco, che spesso gli puzzavano i piedi e che tutti, ma proprio tutti, anche se inavvertitamente finivano sempre con le mani sul suo volatile. Noi fingiamo interesse per queste succose anteprime e la ringraziamo sperando in una pronta pubblicazione del libro anche in Italia!
una entusiasta Veda saluta l'inviata di Tutttadonna all'uscita del suo appartamento
venerdì 31 ottobre 2008
ORRORRIFICIO SENZA FINE!
Il locale dove Mandy si esibiva e un'immagine della sua ultima apparizione prima del licenziamento in tronco
Inutile dire che ben presto le folle si diradano al punto da costringere il gestore del locale a cambiare cantante. Mandy, disoccupata, comincia a bere e a concedersi a tutti gli uomini che incontra. Le sue carni morbide e sexy sono un richiamo irresistibile per i maschi londinesi, lei se ne accorge e pensa bene di cominciare a prostituirsi. E' giovane e ancora molto attraente e ben presto i soldi cominciano ad arrivare a vagonate, ma in proporzione ai suoi guadagni aumentano le spese per gli alcolici e le droghe che la abbrutiscono rendendola sempre meno appetibile. Di li a poco è costretta a battere in strada per mancanza di clienti a domicilio. Mesi di sofferenze al freddo e al buio, in balia della cocaina e del sesso hard. E' in una di queste notti che Mandy ha un faccia a faccia con il suo triste destino. All'angolo di una Camden Avenue desolata e vuota, attende invano l'arrivo di qualche cliente voglioso. Da quanto ci raccontano i vicini, richiamati alla finestra d aun forte trambusto, Mandy vede arrivare da lontano una massa informe e luminosa che al grido di "nhghterouuuummmmmm" o qualcosa del genere si avventa su di lei facendone brandelli e risputando solo una scarpa e la parrucca. Riproduciamo sotto l'immagine disegnata del mostro per gentile concessione di un residente della zona dove è accaduto l'increscioso delitto.
Si può trarre una doppia morale dalla tragica fine di Mandy: la bellezza e la sensualità non bastano a salvarci dall'ignoto e il rosa porta sfiga almeno quanto il viola!