mercoledì 26 novembre 2008

UNA MODELLA AL GIORNO (O QUASI)

LORELLA SAPONELLA
24 ANNI - BOLOGNA
VOTO: 9+
-------------------------------------
disponibile per:
--------------------------------------
pubblicità prodotti per capelli
pubblicità prodotti fitness
cubista nelle discoteche
modella bric & brac
hostess per meeting aziendali a tematica feticista

ANTEPRIMA FILM TUTTTADONNA - "DRUNK" DI JOLENE PARKER

Anteprima del blog http://www.tutttadonna.blogspot.com/
Dal 3 dicembre sarà finalmente in distribuzione nelle sale italiane, seppur con oltre 2 anni di ritardo, "Drunk" il controverso film dell'attrice, regista e scrittrice inglese transgender Jolene Parker. All'ultimo minuto ieri la cara Francesca, addetta alle pubbliche relazioni della 01 mi costringe quasi a presenziare a questo evento e mio malgrado non ho avuto la risposta pronta per evitarmi lo stress. A conti fatti ne è valsa la pena, "Drunk" è un film esteticamente repellente che scuote i sensi e gioca con le nostre paure più recondite. Ha il triste primato di essere il primo lungometraggio inglese degli ultimi 10 lustri ad essere marchiato con il divieto ai minori di 21 anni. Onestamente, li per li, nel guardarlo non ho riscontrato scene tali da giustificare tanta severità di giudizio anche se, a dire il vero, stanotte ho sofferto per la prima volta di nausee, mal di testa, incubi, agorafobia, ansia, depressione, perdita di coscienza e inoltre ho avuto la perenne sensazione che qualcuno mi stesse facendo la pipì addosso e la totale incapacità di smettere di pensare a questo film. E' inspiegabile a volte come un'opera visiva possa smuovere certe corde dell'animo umano e condizionare i sensi. La trama di "Drunk" corre su più binari; Geena (Jolene Parker) è un transessuale sul viale del tramonto, la sua pelle rattrappita non risponde più agli incantesimi delle creme e del make up e gli uomini ormai la evitano come la peggiore delle pandemie. Nella sua piccola reggia, costruita con i proventi di anni di prostituzione, decide di mettere fine alla sua vita in una maniera tale da finire su tutte le prime pagine dei giornali e spingere così le varie case editrici ad un'asta all'ultimo sangue per accaparrarsi i diritti dell'autobiografia da lei scritta. Il suo fine è palese, ma lo si capirà solo attraverso i vari indizi che verranno a galla scena dopo scena. Miquel (Marcelo del Boca) è la spalla su cui Geena ha pianto per tanti anni, un essere mite amante dei fiori e della poesia, un animo gentilmente femminile imprigionato nel corpo di un uomo degno di essere un protagonista assoluto dei film di Fassbinder. La sua ossessione di piantare fiori ovunque lo porta spesso a scontrarsi con la gente che non comprende il suo bisogno di colori e profumi. Nella Berlino del film è l'asfalto grigio a farla da padrona, asfalti di ogni colore e forma ove parcheggiare auto, correre in bicicletta, cadere per spaccarsi i ginocchi ed essere investiti da un quadrimotore non assicurato. In questo contesto poco idilliaco, ove i poveri sono solo un intralcio, scoppia la passione tra Miquel e Abdul (Rami Khoury), un giovane cartomante marocchino feticista e amante delle unghie lunghe dei piedi, porta scarpe di 4 numeri più grandi proprio per preservarne la lunghezza. Dopo anni di sofferenze questa è l'unica cosa di cui va veramente fiero e Miquel sembra apprezzare la cosa almeno quanto il suo nuovo compagno. Passano ore a lisciarle, curarle, laccarle, tagliuzzarle per renderle più forti e attraenti. Con l'estate arrivano i primi caldi e Abdul sente il bisogno di indossare le scarpe infradito per stare più comodo. In una giornata con un bel sole caldo i due si incamminano verso il centro città, felici, mano nella mano, quando accade una tragedia. Distratto dalle ciance amorose Abdul non si accorge di aver infilzato una piccola famigliola di cani bassotto uccidendoli dopo lunghissimi istanti di sofferenza. Una scena straziante che in sala, da quanto mi è stato riportato, viene accolta puntualmente con conati di vomito e urla disperate anche a causa della violenta reazione del padrone dei cani nei confronti del magrebino. Infatti strapperà una a una le unghie di Abdul per poi infilzargli gli occhi lasciandolo esanime a terra in un lago di sangue. Scena apparentemente senza senso se presa fuori dal contesto del film ma che se vista in parallelo con la decadenza del personaggio di Geena diventa il perfetto feuilleton, o romanzo di appendice ispirato dal cittadino europeo medio. A questo punto sono ben conscia di tutte le domande che possono passarvi per la testa dopo aver letto questa introduzione, ma io ritengo opportuno rispondere solo a quelle relative alla dipendenza alcoolica della protagonista. Incapace di uccidersi, Geena diventa una maga del cocktail, crea miscele infauste miscelando vini e liquori a sostanze derivate dalla macerazione di cibi putrefatti. Con le stesse, alimenta le sue piante che a contatto con questi effluvi assumono caratteristiche tipiche delle piante tropicali. Sul corpo di Geena queste sostanze hanno del miracoloso rendendola nuovamente bellissima e giovane. Ma... e c'è un ma, insieme alla bellezza incombe anche una forte peluria spinosa che farà strage di tutti i suoi nuovi pretendenti, costringendo la stessa ad un isolamento forzato e ad un'ubriacatura perenne. Nel finale del film sarà proprio il nettare di bacco a spingere Geena ad urlare la sua verità nella tromba delle scale del palazzo, una verità cruda e indicibile che cambierà le sorti di una nazione. Nel drammatico epilogo la protagonista si confronterà con la follia nello scoprire che il suo momento di verità tanto agoniato è stato condiviso in un palazzo ormai disabitato, un palazzo che non è la sua casa, una casa che non è il suo regno, un regno che non è la sua alcova ma soltanto un agorà di disadattati e ubriachi, "Drunk" appunto....
Grande party quello organizzato dalla 01 ieri sera al Cinema Adriano. Erano presenti un pò tutti i soliti noti con l'unica eccezione di Barbara Bouchet, chiamata improvvisamente a Hollywood, a sentire lei per un film da protagonista che in realtà dovrebbe tradursi in un piccolo cameo di 21 secondi, una scena selvaggia di lotta con il penultimo figlio adottato dalla popstar Madonna. Un'opera che certamente conquisterà il botteghino e che giustifica la sua assenza a questo imperdibile evento mondano!
Jolene Parker, come previsto, ha monopolizzato la serata col suo look minimalista e la frotta di amici che la seguiva quasi fossero i suoi cagnolini. Ha più volte tenuto a specificare che il film non ha alcun elemento autobiografico, anche se a dire il vero per gran parte della serata la suddetta artista ha amoreggiato con varie bottiglie di birra e liquorino Nano (ricordate lo spot di Amanda Lear?). Nelle foto che ho aggiunto a questo post sono facilmente riconoscibili i vari protagonisti del film, con l'unica eccezione di una strana ragazza vestita con un corpetto amaranto a gonna lunga e un velo si sera a mo di carta di caramelle appiccicato in testa con la gomma americana. Ebbene ho scoperto soltanto dopo che quella ciucca, che io pensavo essere una fans derelitta di quell'altra alcolizzata, era nientepopodimeno che la produttrice unica di questo film e di molti altri che voi stessi avrete avuto la fortuna di guardare in passato.. Per la prima volta dopo mesi abbiamo anche avuto l'onore di rivedere il popolare agente di spettacolo Daniele Buonadonna, figlio della compianta cantante futurista Brigitta, vestito con il suo solito gusto etnico con a seguito un lungo stuolo di attrici e showgirls e preda di tutte le signore bene della sala che conoscendolo non possono fare a meno di vedere in lui la giusta spalla su qui piangere delle loro disgrazie di donne agée impaccate di soldi ma senza nessuno con cui spenderli.. Ma cosa farai mai alle donne questo sant'uomo!! Comunque alcolici a profusione e cibo ottimo, quindi un happening certamente da ricordare... il film invece spero di dimenticarlo molto presto!