domenica 31 agosto 2008

NADIA CASSINI & MARIA GIOVANNA ELMI: SERE D'AGOSTO....



Continua il grande successo della tournée italiana di Nadia Cassini nei Teatri Italiani. Ieri sera al Risto-teatro Stabile Teatrocittà di Bologna migliaia di fans hanno assistito estasiati alla performance di una innegabile artista di talento, le cui doti vocali non sono mai state sufficientemente considerate.


Disagi e momenti di tensione dei fans nell'intento di prendere i primi posti

Come tutte le dive che si rispettino, la nostra Nadia nazionale è arrivata con buoni 35 minuti di ritardo e come prima richiesta al suo pubblico adorante ha chiesto gentilmente di spegnere le sigarette.

Il concerto comincia all'insegna di una grande sorpresa. In molti pensavano che la Signora Cassini avrebbe interpretato i suoi cavalli di battaglia degli anni 70 come "A chi la do Stasera" oppure "I like boys" o infine "Bum Bum Cantiamo"... e invece lei ci ha sorpresi tutti interpretando compositori mondiali del calibro di Brecht, Brel, Reggiani, Aznavour, De ANdré, Renato Zero e verso la fine ha addirittura affrontato una versione riveduta e corretta della Habanera di Bizet.

La voce calda, sensuale e a tratti possente ha incantato gli oltre 2000 spettatori paganti.

Verso metà concerto un fuori programma divertente. Nadia Cassini si accorge che un gruppo di americani si ostinava a fumare sigari e pipe durante la sua performance. La Signora Cassini, come suo solito non le manda a dire, scende dal palco e si rivolge a loro direttamente in modo aggressivo dicendo le testuali parole:

"Cosa cridi che io sono stù-pida? i' sto lavorendo e ho sentito tua puzza di sigaro fino mio palco! devo fari 200 concerti ancora e alla mia voci ci tengo quindi vedete di spegnere sigaretti o mi incavolo chiamo sicurezza e faccio sbattiri fuori"

I commensali non hanno potuto fare altro che obbedire.
Nadia Torna così sul palco e chiama con lei l'ospite d'onore fissa delle serate:
MARIA GIOVANNA ELMI (con la quale sta incidedendo un album di duetti)

Prima canzone in duetto "Insieme" di Mina scritta dall'onnipresente Lucio Battisti.


Qualche problema con il ritorno di audio e momenti di bizze con il pianista disegnano sul viso della cara Maria giovanna Elmi un ghigno divertito.

Il secondo duetto è nientemeno che un grande successo di Maria Giovanna ovvero "Amelia", interpretata, oserei dire, in maniera stre-pi-to-sa!!

A chiudere la triade di duetti della novella coppia della canzone Italiana una versione tra l'acustico e l'hard rock di "Brava" della sempreverde Mina.

Noi amici di Nadia Cassini conoscevamo già le sue doti vocali ed è un bene che ora se ne stiano accorgendo anche le case discografiche e soprattutto il pubblico che continua a fare il tutto esaurito ad ogni sua apparizione. Una lode anche a Maria Giovanna Elmi, le cui doti vocali - e ora è palese - non sono mai state minimamente sfruttate in ambito discografico.

L'uscita del Cd di duetti è prevista per Novembre su etichetta Sony/Bmg, anticipata da oltre 200 date in tutti i teatri del Paese. Buona Fortuna a Nadia e Maria Giovanna!

OGGI IN CULO NO!



(estratto da Valerie Solanas - Manifesto per l'eliminazione dei maschi")

"Essendo una femmina incompleta, il maschio trascorre la vita cercando di completarsi, di diventare femmina. Ecco perché è sempre alla ricerca della femmina e cerca di fraternizzare, di fondersi e di vivere attraverso di lei. Ecco perché rivendica a sé le qualità femminili - forza e indipendenza emotiva, energia, dinamismo, risolutezza, sangue freddo, obiettività, coraggio, grinta, integrità, vitalità, intensità, profondità di carattere, sensualità - e proietta sulle donne tutte le caratteristiche maschili - vanità, frivolezza, superficialità, debolezza e così via."


"Malgrado sia roso da sensi di colpa, da vergogna, da paure e da insicurezze, malgrado sia capace di trarre dalla scopata, se gli va bene, solo una miserarabile sensazione fisica, il maschio è tuttavia ossessionato da questo pensiero; è disposto ad attraversare un mare di merda, a passare a guado un miglio di vomito immerso fino al naso, se sa che dll'altra parte lo attende una fica disponibile. E' capace di scopare una donna che disprezza, una qualsiasi megera sdentata, rd è persino disposto a pagare per farlo. Perchè? [....] Totalmente egocentrivo, incapace di comunicare, di trasporto, di identificazione con gli altri, pervaso da una sessualità diffusa e dilagante, il maschio è psichicamente passivo. E poicjé detesta la sua passività, la proietta sulle donne; definisce il maschio come attivo e poi si mette all'opera per dimostrare di esserlo. Il suo principale argomento a riprova è la scopata e poichè si tratta di dimostrare il falso, deve ripetere la dimostrazione all'infinito. Scopare allora è un tentativo disperato e coatto di dimostrare di non essere passivo, di non essere donna; MA EGLI E' PASSIVO E VUOLE ESSERE DONNA!"

SUCCO DI GIBBONE MAGREBINO....

A casa di roy non si gettava mai nulla. Le cocce di patata e i resti delle carcasse di quadrupedi non meglio definiti, fritte nello stesso grasso di foca utilizzato per lucidare i suoi stivali, divenivano il piatto clou delle sue frequenti cene di beneficenza. Ciononostante la gente si guardava bene dal non presenziare ai suoi simposi e fare offerte in favore di cause umanitarie quantomeno dubbie. L’ultima in ordine di tempo era una raccolta fondi per un istituto Afgano da sempre attivo nello studio della psicologia delle folle Sahariane.
La mattina del 12 ottobre si rivelò presto una giornata epocale. Nel suo cortile, Roy nascondeva da tempo decine di zolle di terreno verde rubate ai vicini. Le aveva inumidite con un unguento a base di larve, interiora di civetta ed estratto liofilizzato di sottoprodotti derivanti dalle zampette di cervizzina. Da sempre i consigli dello zio Don Paiscimiento si rivelavano miracolosi quando era sul punto di ricevere nuovi ospiti in odore di santità – non doveva fare altro che tirare fuori dal baule i sacchetti neri pieni di sacchetti rossi pieni di altri sacchetti neri e chiedere ai suoi ospiti di aprirli e inserirvi le zolle in ordine sparso non prima di aver pregato ai piedi di una statua della circe piumata al ritmo di habanere rumbe e cha cha cha. L’abominevole puzzo delle larve putrefatte faceva il resto. Vittime di improvvisi svenimenti gli avventori venivano derubati di tutto, anche della vita.
A casa di roy non si gettava nulla. E quel 12 ottobre ancora meno. Alle 19 sarebbero arrivate molte persone a ravvivare la nuova cena di beneficenza in favore di un centro culturale pakistano che produceva piedini di lana per canìdi facocero, animali che a detta di molti risultavano essenziali per la difesa del popolo pakistano dall’attacco delle temibili foche crasse. Dalle urne mignatta sparse per il salone ancora fuoriuscivano frammenti di costole umane e carcasse di crisocioni pelosi, che nella loro immobilità incutevano un timone anche maggiore a quello provato da roy nel 66 quando in quel di Trevi Ciacolino si ritrovò improvvisamente a difendersi da un plotone traballante di mugnaie kamikaze unte con succo di gibbone magrebino e ubriache di rabbia e follia. In una folle corsa contro il tempo roy liberò il salone da tutte le cianfrusaglie in meno di mezz’ora. Gli restavano 50 minuti per spolpare, tritare, rosolare e condire i resti seviziati e sanguinolenti dei tre malcapitati di prima. Era in queste occasioni che apprezzava quel genio umano che ci aveva tutti avvicinati alle infinite possibilità di cottura di un micro-onde. Roy d’altro canto ben sapeva i problemi di cottura della carne umana nelle padelle di zinco e/o alluminio.
Davanti ai due corpi stesi su una tavolozza in osso Roy rimase per un poco silente. D’un tratto prese i coltelli piu affilati dal cassetto alla sua sinistra affilandoli uno contro l’altro.
“certo che di questi tempi è difficile poter convincere gli altri sui piaceri e benefici della caccia..” - disse a mezza bocca - “c’è il rischio di essere incornati da cervi e bufali, decapitati a morsi dalle tigri, squartati dagli artigli delle aquile” – nel pronunciare quelle parole quasi non si rese conto di aver compiuto tutto questo sui corpi delle sue vittime. “Meglio di quanto pensassi, non mi resta che spellarli…anzi no! che si fottano gli ospiti”. Prese di peso i pezzi di carne e li getto di peso nel microonde, non prima di averli conditi con spezie, olio di pesce per toglierne l’odore dolciastro e tanto aglio......

UNA MODELLA AL GIORNO




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sabato 30 agosto 2008

PERLE AI PORCI


Il mondo cambia e con lui cambiano anche gli annunci di chi cerca un/una partner sessuale!
E' di ieri la scoperta di questa gemma assoluta! non potevo non condividerla con l'unico lettore di questo blog, ovvero me stesso!
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"Ragazzo 54enne siculo-arabo 170x92 moro-capelli lunghi-pizzetto sauté da esposizione passivo ma mentalmente virile nel senso più profondo del termine e con leggero difetto fisico causato da una distrofia post parto cerca maschi boni attivi muscolosi e superdotati max 24enni che lo adorino e lo considerino come lui realmente merita. Si astengano privi requisiti e gente fisicamente discutibile e/o con difetti fisici. Ben accetti economicamente agiati, sensibili, rispettosi, altruisti come me. Informatevi prima per gli hotel perchè non intendo ospitare!sarebbe comodo sennò, sai quanti di voi parassiti mi userebbero come se la mia casa fosse un hotel poi...e chi sono io...babbo natale?? A presto.
P.S. : So per certo che questa rubrica è letta da un certo Michele di monte mario... vorrei dirgli che anche se per forze di causa maggiore ho cambiato casa, telefono, cellulare, e se sul lavoro sono irreperibile non è perchè non intenda rimborsargli i soldi del credito che mi ha fatto, solo che sentire la sua voce mi emozionrebbe troppo e non riuscirei a sostenere tanta gioia, spero mi capisca... per i soldi si vedrà, meglio nelle mie tasche che nelle sue, se poi fosse costretto a spenderli tutte in medicine no?"
QUESTA SI CHE E' LA GIUSTA FILOSOFIA DEL XXI° SECOLO!

Fior di pisello....

Di questi tempi è tanto difficile essere bambine. Si rischiano le attenzioni di uomini senza scrupoli, sempre pronti ad approfittarsi di tanta ingenuità! Professori, edicolanti, panettieri, operai, calciatori, becchini, coltivatori indiretti del fungo mamma, postini e medici; nessuno è esente da questo vizio che che se ne dica. Dovete smetterla! o per lo meno indirizzate le vostre attenzioni a mia sorella (nella foto) che a 18 anni ancora si domanda perché nessuno voglia ancora cogliere il suo fiore.

ODO STRANI RUMORI....

Da qualche sera vado a dormire con la paura costante di non aver chiuso bene il cancello della porta finestra che da sul mio terrazzo. Effettivamente non lo chiudo mai perché il mio cane farebbe la rivoluzione, il che però non giustifica la mia paura come conseguenza di qualcosa che comunque non ho intenzione di fare. A dire il vero neanche so dove sia la chiave del cancello! certo è che confido nel mio allevamento di blatte ungulate spongiformi, abbastanza aggressive da tenere a bada qualunque potenziale malintenzionato. Questa estate sono riuscite a sterminare una colonia di formiche in meno di un'ora.
Una blatta è per sempre...

UNA MODELLA AL GIORNO


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POMERIGGI DI AFA....


Una delle mie passioni di sempre. Hildegard è stata non solo una grande attrice che ebbe la fortuna do lavorare a Hollywood con registi del calibro di Hitchcock, ma anche una superlativa interprete di canzoni. Nei giorni scorsi un mio amico, in vacanza a Berlino, è riuscito a trovarmi
questo bel cofanetto di 7cd. Non sto a dirvi il piacere di risentire le sue interpretazioni di Cole Porter in tedesco o i suoi classici di sempre. La considero per talento alla pari con Melina Mercouri, Pia Colombo, Milva, Maria Dolores Pradera, Nilufer e pochissime altre..

venerdì 29 agosto 2008

GODZILLA E LE TRE BAMBINE COI BAFFI

“Pioveva a dirotto. Una pioggia interminabile, rumorosa, fumante, vischiosa come sudore e fetida come i resti di un piede smembrato e in putrefazione.
Una folla di gente sorridente passeggiava per le strade, coperta di stracci e in cerca di altri stracci per le botteghe del Corso e di tanto in tanto il loro sguardo si levava al cielo sfidando il nubifragio che aveva sbiadito il colore dei loro occhi, ormai bianchi come i loro denti e i loro capelli. Ero giovanissima, appena trent’anni, non avevo mai visto un cadavere, quando scorsi li tra i ciottoli la mia bambina, la mia bella bambina di cui andavo tanto fiera. Fu terribile. Il viso era coperto di chiazze rosse, gli occhi anneriti, i capelli incrostati di fango e sangue, il naso spostato lateralmente e schiacciato contro la guancia, la bocca aperta e i lineamenti rilassati e privi di angoscia. Un espressione di meraviglia rivestiva il suo volto..
Venni a sapere poi che furono le ruote di un carro bestiame a schiacciargli il torace e a fargli scoppiare il cuore, a distruggere la casa della sua anima. Squarciai l’aria con un grido straziato da animale ferito, seguito da un altro e altri ancora… infine svenni.
Sfiancata dal dolore ritornai in me, impietrita, inespressiva, ammutolita. Mi piegai verso di lei e la carezzai, ma la cosa mi fece senso a tal punto che decisi di abbandonarla li e andarmene.

La folla di gente continuava a passeggiare con i loro sorrisi a triangolo rovesciato, sempre più grondanti di pioggia melmosa. Mi stupì di quanto fosse stato semplice distanziare il dolore dal mio cuore. Due giorni dopo conobbi Ivanka, una donna morbida e odorosa. Portava in testa un cesto ricolmo di stracci pulciosi, i pidocchi sembravano zampettare dal cesto alle sue zinne per poi ripetere diligentemente lo stesso percorso al contrario. Aveva un sorriso smagliante e due occhi bianchi come la polpa di un granchio… in poche parole “Irresistibile”! feci per andarle incontro, tanta era la mia voglia di conoscerla, quando lei, inciampando nel suo camicione, mi rovescio addosso il contenuto del cesto. Per un minuto rimasi li a terra ricoperto di vesti che emanavano un odore nauseabondo, poi, nel tentativo di rialzarmi, appoggiai una mano su un qualcosa di unto e grassoccio; era la sua coscia sudata che fuoriusciva dalle vesti strappate. Ivanka scoppiò in una sonora risata da ratto nel constatare il mio imbarazzo, mi mise così un piede sulla spalla spingendomi con tutte le sue forze quasi scaraventandomi sotto un carro che in quell’istante stava passando per il viale. Raccolse i suoi cenci puzzolenti e mi cominciò a fissare dritta negli occhi, mentre con l’alluce del piede scriveva il suo nome sulla nuda terra. D’un tratto emise un suono assordante, non feci in tempo a proteggermi le orecchie che lei era già sparita portandosi via insieme a quel tanfo anche parte del mio cuore. La rincontrai due mesi dopo e appena mi vide fece per zomparmi al collo e strangolarmi con un panno arrotolato. La bloccai d’istinto recidendole la carotide con uno stiletto e morì li sul colpo senza profferir suono. Impiegai ore per ripulirmi da quel sangue di giovenca e più volte durante le ore che seguirono mi sorpresi a ridere da sola come un’invasata. Camminai per nottate intere in viali con fogne che vomitavano a tempo pieno sterco, urina e letame, dalle finestre veniva una puzza di cavoli lessi andati a male e di carne putrefatta e dalle bocche della gente odore di caglio acido e grasso di foca. Vidi Tubinga seduta su una pietra proprio davanti al cimitero delle addolorate, era quasi calva e si circondava di cataste di cadaveri lessati dalla calura. Con lo sguardo sembrava seguire un filo immaginario. Notai che era incinta, tondeggiante, morbida e pelosa e tra le mani stringeva quella che poteva sembrare una lunga lingua rossa e sanguinolenta strappata dalla bocca di chissà quale povera bestia. Mi disse che le era indispensabile per uccidere le mosche per cibarsi, anche se con il passare dei minuti mi confessò che in mancanza di meglio usava quella lingua per strangolare i giovanissimi figli di nessuno che, senzatetto, potevano solo sperare nella misericordia delle stelle. Non le diedi neanche modo di finire la frase che già le avevo mozzato di netto la testa con una clavicola scarnificata..”

A BALLARE UN SIRTAKI...

Questa è la meravigliosa Giada Varela!
ancorché sconosciuta ai più, merita di essere ricordata per una canzone che oserei definire raffinata e geniale. In tempi in cui tutti si assomigliano, onore al merito se una cantante di questo livello era tanto coraggiosa da presentarsi nei programmi musicali vestita come nella foto. Di seguito troverete il testo di una delle sue pochissime incisioni....
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.....A BALLARE UN SIRTAKI
(TINZOLI, TOFANI, LANEX, SANDRALANEGRA)
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Né ricchezze, leccornie o saggezza!
Io regina sto bene così
Nella tundra all’ombra del deserto
A ballare un sirtakì

Nell’orgoglio torvo di un travaglio
Ho partorito un mezzo re
Sposa al sole su quel verde altare
Tra le foglie e i rovi a Santafé

Lascio allora che galoppi incerto (coro)
È un fuggi-fuggi tra ciechi oramai
Contemplando il buffo rosso acerbo (coro)
Che imbratta cocci e governa i guai

Premurosa come veste bianca (coro)
Faccio a meno del mio Re
Frutto secco colto in un deserto
Di fiumi e fiamme a Santafé (coro)


Di quella notte ricordo i cedri, i fumi neri
Di peperonate al gratin
Le foglie marce d’insalata, l’acqua salata
E una patata fumé
Lui che ciucco mi guardava, e rideva… e toccava
(ma) chissà se m’ama o non mama?

Quello a seguire era un nano alto
Col naso storto, un po’ + basso di me
Che d’improvviso mi rapì la mano
E sul divano… se la poggiò proprio li…
Mi disse: “son porco, un po’ pravo.. un po’ frou frou”
(e io…) chissà se m’ama o non m’ama?

Né ricchezze, leccornie o saggezza!
Io regina sto bene così
Nella tundra all’ombra del deserto
A ballare un sirtakì

Nell’orgoglio torvo di un travaglio
Ho partorito un mezzo re
Sposa al sole su quel verde altare
Tra le foglie e i rovi a Santafé

ATTRICE MANCATA...


Ho trovato questa foto in un mercatino delle pulci a Parigi. Mi incuriosisce quel viso da diva anni 40, quello sguardo malinconico e allo stesso tempo volubile, quelle labbra imperfette. Mi domando se sia mai riuscita a lavorare nel mondo dello spettacolo e se comunque sia riuscita a realizzarsi..
La tengo da tanto tempo ormai che per me è un viso familiare.. se qualcuno la conoscesse mi faccia sapere..

DONNA CINZIA - IO DONNA (CON DIGNITA')


POCHE PAROLE PER DONNA CINZIA, MEGLIO CONOSCIUTA COME LA CANTANTE SORCOMUTA.
HO CERCATO PER ANNI QUESTO 45 GIRI E MI SONO SVENATO PUR DI AVERLO GRAZIE AD UN'ASTA DI E-BAY.
LA FOLLIA DEGLI AUTORI DI QUESTA CANZONE E' TOTALE. DARE UN SIMILE GIOIELLO D'AUTORE AD UNA CANTANTE DI QUESTO TIPO E' UNA SCELTA PERVERSA, MA E' ALQUANTO DIVERTENTE VEDERE COME QUESTO/A ARTISTA PREGIUDICATO/A, (ATTUALMENTE STA SCONTANDO 12 ANNI NEL PENITENZIARIO DI LODI A SEGUITO DI UNA CONDANNA PER PLURI OMICIDIO VOLONTARIO), RIESCA A TOGLIERE VALORE AD OGNI CONCETTO, AD OGNI PAROLA. VORREI POTERVELA FAR ASCOLTARE... MA NON E' POSSIBILE
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IO DONNA (CON DIGNITA')
(VANDETTI - TOFANI - SANDRALANEGRA)
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Blasfema …vanità sfera
Occhi in fiore
Le labbra…
Due carghi a vapore
Un senza dio è alla porta
Reclama un unghia
Un dolore
Il diritto del non dire
Sembra triste il suo dito
Monta aria come bianco d’uovo
Indicando cose per cui
Non si hanno mai parole
(cori)
Donna vecchia... ma con dignità

Cose che non sentono il dolore
Un senza cielo assale i suoi silenzi
Alito di sperma
Mani a grappolo
Ascella piangente
Parole come pietre ….
Volumi morbidi da tranciare
Con lacrime-stiletto
Gli occhi volan basso…ora
Due cavità di bulbo senza piu’ radice
Ossa stanche…rassegnate
(cori)
Donna vecchia... ma con dignità