
Che dire di questa grande artista franco-marocchina. Splendida voce, grande sperimentatrice (l'ultimo suo disco è un tributo a Leo Ferré in versione flamenco), e perennemente in tournée.
Nel 94 pubblica la sua personale versione di "Al ATlal" un classico della mitica voce egiziana Oum Kalthoum. Penso sapesse bene che era impossibile raggiungere le vette di espressività emotiva dell'artista originale e quindi ha provilegiato il lato psicologico del testo. Pura letteratura quella dell'autore Ryad el Sunbati. Il cd può essere facilmente reperito in Francia o presso il Fandango Music Shop di Milano (il sito è on-line).

"Cuore mio, non chiedermi cosa è accaduto al nostro amore,
lo immaginavo una fortezza... e d'un tratto si è disintegrato!
Stringimi e dissetati dalle sue rovine, calma la mia fame e colma il vuoto nella mia dimora con la storia di noi due
affinchè le lacrime scompaiano dai miei occhi
come a provare che la nostra relazione non sia divenuta solo rumore
-
Amore mio, ebbra di desiderio ho visitato la tua dimora
cantavo il mio dolore
tu ha la nonchalance di un mite dittatore
la capacità e il potere di farmi del male
la nostalgia mi distrugge e i minuti sono come braci nel mio sangue
-
rendimi la libertà
snoda queste corde che imprigionano i miei polsi insanguinati
ho dato tutto... sono vuota
che rimarrà di me?
io ho mantenuto la parola a differenza tua
perché sono ancora ostaggio della tua vita?
-
che ne sarà di me?
sono ancora parte dei tuoi pensieri anno dopo anno?
...e io sono amore,
sono un cuore disorientato,
sono una farfalla stordita che ti svolazza attorno.
Tra di noi il desiderio fu viaggiatore,
un compagno che ci serviva da bere.
-
mai si era vista ebbrezza d'amore grande come la nostra,
ne abbiamo costruiti di castelli in Spagna...
camminavamo per i piccoli sentieri al chiaro di luna e la gioia
ci veniva incontro,
abbiamo riso del riso dei bambini e abbiamo corso così veloce da
lasciarci le nostre stesse ombre alle spalle"
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