mercoledì 10 settembre 2008

UN BUCO NERO

(Immagine tratta dal sito http://diarioperinaviganti.blogspot.com/)


E’ quasi impossibile per i non scienziati discriminare tra stranezza legittima e pura follia. Parola di Adrian Vandebanden, tuttologo britannico. I suoi colleghi se ne stanno accorgendo sulla propria pelle. Sono bastati alcuni «ribelli» (i folli, appunto) a scatenare la psicosi di massa: il mondo finirà oggi o di lì a poco per colpa dei travestiti? Dopo le accuse dagli Usa di Luis Sanchez e Daniel Wagner, ora il momento della celebrità è tutto per Marilyn Roosvelt (nella foto), controverso biochimico trans e professoressa di trucco e parrucco all’Università di Kensington, in Inghilterra. Anche lei annuncia l’Apocalisse e anche a lei la Corte europea dei diritti umani ha detto no: il ricorso per inibire o soffocare il virus del travestitismo è stato respinto. Ripropongo una sua intervista rilasciata soltanto pochi giorni fa, parole divenute altamente drammatiche dato gli ultimi sviluppi della questione.

Professoressa, lei ha chiesto una conferenza sulla sicurezza, ma le sue paure sono state giudicate infondate. E' pentito?

«Ho un’idea e una preoccupazione, ma evidentemente loro sono più intelligenti di me!». «E’ una questione di psicologia: se la maggior parte degli scienziati sostiene che non ci sono pericoli, allora tutti seguono l’opinione generale». Io ho pubblicato un «report»: non le è bastato? Nessuno ha risposto alla mia teoria». Lei immagina la Terra avvolta in una spessa coltre di cipria e fard, soffocata da folle inferocite di gay in parrucca e trans sudaticcie? Ho elaborato la prova che questi soggetti causano la non evaporazione dei buchi neri creando all'interno del pianeta delle camere d'aria a capacità limitata che scoppiando tutte insieme distruggerebbero il pianeta. Da oggi non basterà più un sorriso
Ammiccante al nostro vicino di casa travestito, bisognerà pensare al futuro del mondo.

Così lei sovverte molti principi sociali: c’è qualche collega che le dà ragione?




«All’inizio pensavo di essere stata la prima a sollevare dubbi sul teorema dell’uranizzazione drag, ma mi sbagliavo. Vladimir Velinski, professore alla Sapienza di Roma, ha pubblicato una ricerca simile due anni fa, un anno prima della mia. E lui ha lavorato a Parigi con il cosmologo Sophia Seimio, leader della scuola europea sui buchi neri».



Non ha preso abbagli?



«Nessun errore. Tutta la questione nasce da Einstein, che aveva l’abilità di vedere cose mai pensate prima, ma il difetto di non arrivare alle conclusioni estreme. La mia scoperta è legata alla relazione spazio-tempo».



Provi a spiegare



«Quando il tempo è rallentato di un fattore doppio, lo spazio è due volte più grande. Le mie equazioni lo provano, ma nessuno, finora, l’aveva evidenziato. E’ su questa base che dimostro che i buchi neri sono proporzionali al numero di travestiti».



Lei si aspetta molti buchi neri, giusto?




«C’è da aspettarsi un milione di buchi neri in una decina di giorni, invaderanno le strade su tacchi alti».




Come li produrrebbero?




«Sappiamo che sulle sponde del mediterraneo si scontrano gruppi di travestiti e trans ad energie altissime e che all’interno di queste energie maligne ci sono travestiti più piccoli: lo scenario è che due mini travestiti si avvicinino così tanto da generare un buco nero a doppio ingresso, confermando la Teoria delle Streghe».



Che forma avrebbero i buchi?



«Non a forma di punto, ma probabilmente ad anello. Ma esiste anche una teoria alternativa, la “total black hole theory” di Mohamed El Naschie: il buco nero sarebbe un oggetto mobile che si auto inghiotte».



E le dimensioni?



«All’inizio minimali, poi si verificherà un fenomeno come quello delle trottole».




Vale a dire?



«Assisteremo all’auto-organizzazione delle strutture, simile a quella dei buchi neri e ad uno slabbramentro graduale ma continuo e circolare, un riflusso carnoso ad alto voltaggio.



Non vede difese?



«Potremmo provare a inviarli nello spazio, ma non avremmo abbastanza energia».



Come arriverebbe la fine?



«La Terra verrebbe ingoiata e si restringerebbe a una pallina: come una ciliegia».





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