venerdì 5 settembre 2008

"THE RATS" IL FILM VINCITORE MORALE DEL FESTIVAL DI VENEZIA

Grandi consensi e oltre 8 minuti di applausi ieri al Festival del Cinema di Venezia alla rappresentazione del film "The Rats" del regista urdu Ashish Apurkikunthak. Devo proprio dire che la visione di questo film ha pienamente ripagato lo stress del viaggio, ancorché in prima classe e completamente pagato da altri.



Descrivere la trama è un poco difficile in quanto è palesemente frutto delle influenze metafisico-visionarie del regista, comunque tenterò di farlo in poche parole:

In un piccolo villaggio dell'Iran meridionale Gusha e Chusni, due amici per la pelle, scoprono di provare attrazione l'uno per l'altro. Per nascondersi dagli occhi della gente, in un luogo dove l'omosessualità è di per se un reato punibile in modo grave, si rifugiano in una buca scavata da loro nel terreno adiacente la casa di Gusha. Un buco profondo 8 metri coperto da alcune aste di legno legate insieme da funi colorate. Finalmente soli e ben nascosti i due consumano il loro primo rapporto sessuale. Nell'atto Gusha, sverginato analmente, perde del sangue. L'odore attrae una mandria di topi ungulati dalla coda trinca, che rompendo le funi delle assi di legno si gettano a capofitto sui due giovani gay. Una scena raccapricciante di due ragazzi coscienti per tutto il tempo dello strazio dei loro corpi divorati vivi. Questo l'antefatto di una storia di paese, una mandria di topi che terrorizzerà la piccola cittadina e costringerà i politici ad intervenire.

Colpevole della fuoriuscita di questa mandria un dottore stimato e insospettabile, innamorato di uno dei due ragazzi e rifiutato in malomodo. Un processo penale che porterà all'impiccaggione del medico come momento di catarsi di un popolo sofferente. Drammaticità, sentimenti, pathos religioso e lotta di classe mescolati in maniera proverbiale in un film del quale sentiremo parlare a lungo!


Il regista Ashish Apurkikunthak, presente in sala, si è dimostrato molto disponibile verso la gente al punto da invitare un gruppo selezionato ad una cena offerta dalla Medusa (distributrice del film). Di seguito alcune foto coi momenti salienti della cena a riprova dell'entusiasmo strabordante e della soddisfazione del regista.


Grande amante dei vini italiani, Ashish Apurkikunthak ha sin dall'inizio messo ben in chiaro che la festa era stata data si in onore dei suoi ospiti ma soprattutto nei confronti della tradizione vinicola italiana.


Un bicchiere dopo l'altro hanno aiutato il regista iraniano Ashish Apurkikunthak a liberarsi delle sue tare culturali e a lanciarsi in veri tour de force danzerecci in compagnia coi suoi tanti accompagnatori (stranamente tutti maschi e "particolari").



La mano di uno dei collaboratori maschi del regista Ashish Apurkikunthak è intenta a rimettere a posto il corpetto tradizionale delle mugnaie iraniane del sud del suo paese.

Un ennesimo ballo tradizionale su musiche di Googoosh spinge il regista sui tavoli del ristorante.
Scompiglio tra i presenti quando si accorge di alcune macchie di grasso alimentare sulla parananza corpetto. Crisi di pianto prima e urla conciliatorie dopo a unisono con tutto il suo staff.


Tornato il buonumore, Ashish Apurkikunthak fa un lungo discorso in lingua farsi a tutti presenti. Non essendoci stato il traduttore non sono in grado di dire cosa abbia detto. Nei fatti, tutti applaudivamo a tempo anche per ringraziare del pasto luculliano.



Uno a uno poi ci siam messi in fila per scattare le foto al regista Ashish Apurkikunthak, a dire il vero un poco imbarazzati poiché per oltre 50 minuti si è bloccato su questa espressione perché a suo dire era giusto così.


Unico momento un poco destabilizzante è stata la necessità continua del regista iraniano di prendere il microfono e ripetere ogni 10 minuti che lui non era omosessuale. La cena è durata circa 4 ore quindi facendo i calcoli lo ha detto circa 24 volte, insinuando in me un dubbio che forse i suoi collaboratori maschi non erano con lui per caso.



Resta comunque il fatto che il film è eccezionale e merita tutto il successo di questo mondo. Grandissimi attori e topi eccezionalmente realistici. Se anche non vincesse il leone d'oro sarebbe comunque destinato ad essere il vincitore morale della manifestazione di quest'anno, che tra l'altro non ha brillato certo per originalità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mai visto un film del genere prima d'ora. Ho visto gente vomitare in sala e gay piangere alla vista dei corpi straziati dei due giovani omosessuali iraniani. Fuori dal cinema c'erano militanti musulmani con cartelli che negavano l'esistenza dell'omosessualità nel mondo islamico. Ma a nessuno è venuto il dubbio che questo film nasce esclusivamente per prendere per il culo tutti? Solo io ridevo come una matta?